CORE COUNSELING

Nuovo Corso di Core Counseling

Vuoi diventare COUNSELOR?Per aiutare con competenza e cuore Call di orientamento gratuita per la nuova edizione del corso che inizia ad ottobre ISCRIVITI QUI IL VIAGGIO INSIEME “Con la realizzazione del proprio potenzialee la fiducia nelle proprie capacità,si può costruire un mondo migliore.”Dalai Lama Cresci come Persona e come ProfessionistaDiventa un Esperto della Relazione d’Aiuto! C’è una sola vera scuola, è la Vita! Lei sarà la nostra Maestra in questo viaggio che faremo insieme. Sarà un viaggio per esplorare, conoscere, godere della bellezza del mondo interiore e per raggiungere mete. Avrai delle guide esperte che ti mostreranno il sentiero e ti accompagneranno. Ci saranno anche dei compagni di viaggio con cui condividere questa avventura. C’è una luce calda che illumina  questo sentiero e ti permetterà di liberare, risvegliare e amare parti di te. Lungo il sentiero potrai lasciar andare i pesi dei condizionamenti limitanti e apprenderai l’arte saggia della guida. Tornerai da questo intenso viaggio con occhi nuovi e con un bagaglio colmo di doni, che potrai anche offrire a chi ti sceglierà come guida. Noi abbiamo un sogno: contribuire ad un mondo dove ci sia meno sofferenza e più Saggezza, Pace e Amore. Per realizzarlo cerchiamo di coltivare queste qualità dentro di noi e di operare per il beneficio di  molti. Più siamo e meglio è! Vuoi contribuire alla realizzazione di questo sogno? Per un mondo migliore, a partire da te! Ti offriamo competenze e strumenti utili nella relazione d’aiuto Per informazioni scrivici oppure chiama il 349.3702682 oppure mandaci un messaggio con Whatsapp Obiettivo Diventare Counselor Olistico, con una visione psicoenergetica e transpersonale, per svolgere con competenza e amore la tua professione di aiuto. Il percorso ha l’obiettivo formativo di sviluppare capacità personali, relazionali ed operative utili alla professione del Counselor. In particolare: sviluppare competenze comunicative e relazionali acquisire strumenti professionali utili nelle relazioni lavorative in ambito sanitario, educativo e del benessere apprendere metodologie per attivare risorse, sostenere processi di consapevolezza ed evolutivi fare un percorso di crescita personale e diventare un esperto della relazione d’aiuto  Sono aperte le iscrizioni al nuovo corso di Core Counseling, in partenza dopo l’estate. Se sei interessato/a contattaci e vieni alla presentazione Sei pronto a rivoluzionare la tua vita e a “fare la differenza” nella vita degli altri? INCONTRO DI PRESENTAZIONE GRATUITO ISCRIVITI QUI https://www.youtube.com/watch?v=aZjWp-108Ac https://youtu.be/iGNVb1dpxXg

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Noi ci siamo!

Noi vogliamo fare la nostra parte, per quanto ci è possibile, per contribuire ad alleviare la sofferenza in questo momento non facile di emergenza. Offriamo COLLOQUI DI SOSTEGNO GRATUITI di CORE COUNSELING online a: Scrivici e PASSA PAROLA a chi pensi possa averne bisogno Grazie! I colloqui avverranno in video-chiamata o semplice telefonata e rispetteranno il codice deontologico della professione del Counselor (legge 4 del 2013) stabilito dall’associazione di categoria Siaf Italia, mantenendo quindi assoluta riservatezza. Il Core Counseling in particolare utilizza le metodologie dell’Ascolto Profondo e del Focusing. Offre: Leggi le varie recensioni su google o le testimonianze a questo link e su fb

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I fili di Arianna

I fili di Arianna Un groviglio pesa nel mio stomaco, ha tanti fili disordinatamente ingarbugliati.Li ascolto uno ad uno.C’è il filo blu che piange con tristezza i tanti morti e i malati di questa pandemia,C’è il filo rosso che ha paura, quella che mi sconvolge quando penso che potrebbe succedere anche a me, potrei ammalarmi e morire. Appare anche il filo biancoche soffre la mancanza, sente il vuoto dentro e attorno a sé, non si fida.E il filo verde acidoche è arrabbiato, non riesce proprio ad accettare che ci sia questa situazione. C’è anche quello gialloche porta positività e spensieratezza, quella che regnava prima che sapessi della sua morte…E poi ci sono io che prendo per mano tutti queste mie parti. Man mano che le vedo e le riconosco il gomitolo si alleggerisce, diventa sempre più piccolo,  e i fili si allentano, si separano. Ce la faccio! Ci vuole la pazienza di quando si è alle prese con dei fili aggrovigliati, e tanto cuore.Alla fine il sorriso è tornato ad abitare il mio stomaco Arianna è giovane, bella e capace, sempre molto attenta ai bisogni degli altri. Mi chiede aiuto perché da un po’ di tempo non sta bene, ora con il covid il suo malessere è peggiorato. Si lascia accompagnare in un profondo processo di Core Focusing in un incontro di Counseling online e quello che emerge rappresenta i vissuti di tante persone in questo periodo. Ho pensato di scriverlo con l’intento di aiutare anche altre persone a riconoscersi in questi variegati stati d’animo e per stimolare l’accoglienza di tutte le emozioni che ci attraversano in questo momento di emergenza. Che ciascuno possa ascoltare e prendere per mano ogni emozione che emerge.

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Questa mattina ho danzato

Questa mattina, domenica 22 marzo 2020, ho danzato. Avevo scelto queste tracce musicali (in gran parte donatemi da Mario tempo fa), per farne una sequenza di movimento libero; ognuna di esse esprime un’energia unica, che se la si lascia entrare nel corpo, nell’anima, si esprime in un movimento, una danza appunto. Questa pratica me l’ha insegnata Elena Mazzoleni nei gruppi di MoviMente che ho frequentato per tanti anni, e che non smetterò mai di ringraziare. Noi siamo uniti corpo-anima-mente, ogni cellula “pensa”, ed ogni pensiero si traduce nel corpo. Di quel corpo di cui ci dimentichiamo spesso, almeno fino a quando non ci arriva qualche segnale o disagio.. E la qualità di quel movimento, (non di performance), mi connette a parti di me, unite nel corpo e nell’anima, e non dirette dalla testa. E queste parti si uniscono ad altre fuori di me, diventando di volta in volta, immagini, preghiere, sentimenti come la gratitudine, e molto altro. E che, sono convinta, siano curative. Mi sono arrivate spontaneamente visualizzazioni di protezione verso coloro che sono ammalati ed impauriti, verso tutti coloro che stanno aiutando gli altri, verso i miei cari. E immagini di elementi della natura che trasformano, ma necessitano del loro spazio, lo richiedono con urgenza: una terra che nutre, che si sta svegliando alla primavera, brulicante di vita; un’aria pulita, viva, ventosa, che porta nubi grandi e non si ferma; acqua che scorre, che lava, che disseta; e fuoco, tanto fuoco che riporta tutto alla cenere, alla rinascita. Una immagine mi ha commossa: il fuoco che sta bruciando tanti corpi riportandoli a puri elementi , e questi che ricadono sotto forma di piccole luci sui propri cari, sul mondo, ricordandoci che non è tutto finito, ma che ci dovremo ricordare di ogni riflessione fatta, di ogni lacrima, di ogni goccia di sudore, di ogni solitudine e pensiero cupo. Con una musica, e sdraiata a terra, ho visto il mio corpo che si univa alla terra con una infinità di radici giovani, e io fatta di erba e fiori. In un’altra mi sono vista circondata da una natura prepotente, rigogliosa, che mi circondava, cresceva intorno a me rendendomi più piccola; sotto il manto della  terra gallerie  percorse da piccole creature, e sopra ad essa, grandi creature per nulla minacciose. E con me, i miei cari, amici, e sconosciuti che come me si trovavano in quella insolita riunione. Ogni musica esprime un sentimento, una emozione che sono diversi a secondo del brano, ma anche per la sensibilità di ognuno di noi. E da ultima la marcia dei marines: portentosa per me nel suo “alleggerire” nonostante sia una marcia appunto. E con questo auguro una buona giornata, uniti del dolore e nella speranza. Elena Comotti Ringraziamo Elena Comotti per aver saputo aprire ed ascoltare il suo cuore e per aver condiviso questa sua esperienza di movimento del Core Counseling

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Il Perdono

Il perdono É possibile perdonare completamente? Quando si accetta profondamente la vita,non c’è nulla da perdonare, perché si guardano gli eventi accadere secondo la loro stessa legge.Non ci sono eventi indipendenti nel cosmo, nessun autore di azioni, nessuna responsabilità; quindi non c’è nessuno da perdonare, perché non c’è nessuno.Pensare di essere un’entità indipendente è una memoria, tutto ciò che succede è correlato al tutto. Tutto ciò che accade al vostro corpo fa parte delle leggi cosmiche, non c’è nulla di separato.L’idea di perdonare o di rimproverare qualcuno non serve a nulla.Quello che un tempo vi è sembrato difficile, inaccettabile, vi apparirà prima o poi come la chance della vostra vita, il momento più importante.Quello che vi ha più fatto maturare di più, la cosa che vi ha fatto capire l’identificazione e i limiti sono stati i drammi della vostra vita. Nella misura in cui li lascerete vivere completamente, essi punteranno verso la libertà, verso la gioia.A differenza delle sessioni di meditazione intenzionale, che spesso sono solo una fuga. Quando vi capita qualcosa di drammatico e lasciate vibrare lo shock dentro di voi, è come se riceveste un regalo.Bisogna lasciarlo vivere. A volte, è vero, non si ha la maturità per farlo, ma ad un certo punto si può gioire e amare dei regali che si sono ricevutie lasciare vivere tutte le memorie che costituiscono la vostra corporeità.Perché la situazione che si vuole perdonare o meno, si è incuneata da qualche parte nel corpo.Sdraiatevi e amate quella parte del corpo che è stata trascurata, rimandata, evitata per così tanto tempo. Lasciate che la tensione si esprima senza condannare o giudicare.Restate davanti ai fatti.Queste parti hanno molto da dire.Un grande grido di gioia si libererà dal corpo: guarderete la situazione per scoprire che la presunta causa della tragedia non è mai stata la causa.La Causa non è mai esistita. Éric Baret MoviMente / FB

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Ama il prossimo come te stesso

ama Devo ammettere che ho iniziato il corso di Core Counseling con molto poca umiltà, come se mi fossi iscritta per trovare conferma di ciò che già conoscevo, in seguito ad un mio precedente percorso personale, e non avessi più molto da imparare. Ero anche piuttosto infastidita dall’essere parte di un gruppo, dal momento che ho sempre evitato il “branco”, perché mi dava l’idea di gregge, di omologazione e di aspettative tipo “do per scontato che la pensiamo tutti allo stesso modo”. Sono quindi partita decisamente in chiusura, però ho deciso di continuare per uscire dalla mia “tana”. Ricordo di aver proprio pensato: “Se lascio, non avrò molte altre occasioni di conoscere persone nuove e diverse, e io e la mia vita saremo sempre le stesse”. Io ho sempre amato le novità e i cambiamenti, perché sono molto curiosa; mi sono anche spesso ficcata in situazioni strane per il gusto dell’avventura, ma di contro a volte sono piuttosto pigra e timorosa, quindi devo farmi un po’ di violenza per uscire dalla mia comfort zone. Ora sono molto contenta di aver fatto quello sforzo, perché in realtà ho imparato un sacco di cose nuove che mi stanno aiutando molto a migliorare la qualità della mia vita. Innanzitutto, rispetto al gruppo, ho capito una cosa importante. All’inizio io non sentivo di appartenervi, nonostante tutti fossero molto gentili e accoglienti con me; quindi ho compreso che il senso di appartenenza non mi viene dagli altri, ma da me stessa, nel momento in cui io decido di aprirmi e di appartenere. Inoltre, ho visto che era una mia fragilità quella di pensare di non poter essere me stessa in un gruppo; nessuno mi vieta, infatti, di esprimermi e di esporre le mie idee, se io ho la forza e la sicurezza di sostenerle. La mia esperienza era sempre stata quella di dover soccombere alla maggioranza; ma è anche vero che ho sempre visto due sole possibilità: o stare completamente in armonia o abbandonare. E qui arriviamo al lavoro sui bisogni e le richieste, che ho imparato al corso. Mi sono resa conto che io non esprimevo i miei sentimenti e i miei bisogni in maniera adeguata tanto da risultare comprensibili agli altri né tanto meno da poter fungere da confini. Un qualsiasi disagio io lo esprimevo o fuggendo o aggredendo o tutt’e due le cose insieme. Per mia esperienza i compromessi non erano nemmeno pensabili. Studiando la comunicazione non violenta e consapevole, sto vedendo che ci sono altre vie. Soprattutto la parte relativa ai bisogni è stata per me una novità! Io ero sì in grado di sentire cosa provavo, ma o ero ferma al giudizio mascherato, per cui mi sentivo “abbandonata, incompresa, ignorata, non vista etc…” e quindi senza speranza, perché messa così il tutto dipendeva dagli altri che mi “capissero, vedessero etc…”. Oppure, anche se riuscivo ad andare oltre, non convertivo mai il tutto in un bisogno. Ad esempio, in seguito ad una chiusura da parte di qualcuno io mi sentivo abbandonata; da lì mi dicevo “ok se sono abbandonata cosa sento? Che ho paura perché sono da sola e non posso farcela”. Ma non sapevo che ciò corrispondeva ad un bisogno di sicurezza (che sicuramente non è stato colmato da piccola, ma che ora posso soddisfare io stessa). Ora quindi parto dal giudizio mascherato, mi sposto sul sentimento vero che riguarda solo me, cioè “triste, sola, impaurita, indifesa…”, e posso pormi la domanda “cosa posso fare IO per non sentirmi così? Quale bisogno devo soddisfare? Attraverso quale strategia?”. In questo modo ho scoperto che alla fin fine molti bisogni possono essere soddisfatti all’interno di me. Ma è ben diverso da come facevo prima quando, per reazione al fatto che non ottenevo dagli altri ciò di cui avevo bisogno (inconsapevolmente tra l’altro), mi chiudevo e dicevo: “Mi arrangio da sola” (tanto da sentirmi Wonder Woman). Come contraltare ai giudizi negativi, mi sforzo (intanto non mi viene ancora molto spontaneo) di ascoltare e accettare le ragioni degli altri. Notare che per lavoro spesso devo dire dei “no” a bambini con comportamenti problematici, che ovviamente rispondono con rabbia e violenza!!! E infatti mi son sempre detta: “Brava, predichi bene e razzoli male!”. Questo lavoro sui bisogni mi sarà pertanto molto utile anche nel lavoro. Studiando la comunicazione non violenta, mi sono resa conto che io ho davvero un serio problema di gestione della rabbia. Ho sempre pensato di essere “avanti” perché io ero in grado di esprimerla (anche se non adeguatamente, come ora so); del resto per me era normale, perché nella mia famiglia usare toni di voce elevati e mandarsi a quel paese è all’ordine del giorno. Certo forse è meglio esprimerla così che reprimerla o non avvertirla proprio, ma io ritenevo i miei modi, che in realtà sono violenti, manifestazioni di un carattere passionale e focoso. Probabilmente non sarò mai pacata e posata, perché il mio temperamento è tutt’altro, però immagino che si possa essere contemporaneamente passionali e non violenti! Ora sto imparando ad avvicinare gli altri senza l’aspettativa che debbano soddisfare i miei bisogni. Faccio ancora molta fatica ad accettare i “no” e a tollerare la frustrazione che ne consegue. Di solito quando succede provo rabbia e la mente inizia a produrre una serie infinita di giudizi negativi. Quindi ora mi sforzo di stare con la rabbia (e di fare un bel respiro contando fino a….mille?), lascio scorrere i giudizi negativi, cerco di rintracciare il bisogno non soddisfatto e, se non sono possibili strategie alternative, resto in presenza amorevole anche con il dolore e la frustrazione di non poterlo colmare, almeno per quel momento. La Mindfulness mi ha aiutato molto ad osservarmi. Grazie al mio precedente percorso ero già allenata a sentire e a stare con ciò che accadeva dentro di me (pur con i limiti suddetti), ma lo facevo solo in presenza di un’emozione. Ora, invece, sempre più spesso nell’arco della giornata mi osservo, anche senza un motivo particolare, ma per il solo scopo di sentire che PROPRIO IO

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AutoGuarigione

guarigione Ero giovane e meditavo da alcuni anni. Quel giorno stavo partecipando ad un gruppo di meditazione e insegnamenti. Ero seduta sul mio cuscino con gli occhi chiusi e avevo un dolore al rene che mi impediva di rimanere concentrata sul respiro. Avevo sofferto anni prima di calcoli renali che mi avevano causato una dolorosa colica renale. Probabilmente un calcolo di nuovo si stava facendo sentire e mi disturbava. Sentivo il dolore in un punto preciso dietro la schiena, non era forte ma fastidioso. Decido di concentrare tutta la mia attenzione lì in quel punto anziché sul respiro. Era sicuramente un oggetto di concentrazione facile. Accade qualcosa che mi sorprende molto. Il dolore si fa più forte e acuto. Ad un certo punto diventa quasi insostenibile. Mi aiuto con il respiro per riuscire a sopportare il malessere costante e sempre più intenso. Mi fido. Continuo a respirare e in contatto con questo dolore che urla. Improvvisamente avviene come un’esplosione con un male acuto e subito dopo il dolore scompare completamente. Nella schiena rimane una sensazione di luce e spazio. Sento un grande senso di liberazione, è quasi gioia. Anche il rene sta bene e da allora non ha più avuto alcun sintomo. Successivamente in bagno mi libero delle scorie. Questo mi conferma che c’era qualcosa di materiale che provocava il fastidio iniziale. Nessun farmaco, nessun medico, nessun terapeuta! Un miracolo? Come è potuta accadere questa guarigione? Qui ho imparato a fidarmi del corpo, del suo processo. Oggi, quando pratico Counseling, posso stare accanto alla sofferenza dell’altro, senza volerla trasformare io a tutti i costi, con fiducia. Molti sorrisi ho visto sui visi di chi ho accompagnato. Nel Corso di Core Counseling con molta gioia insegno ad altre persone come accompagnare in questo magico processo di autoguarigione. Elena Mazzoleni FB

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