Stalking: 7 modi per proteggersi

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Per anni ho vissuto nella paura, oggi finalmente ne posso parlare con serenità e desidero condividere la mia esperienza. Spero possa aiutare chi vuole proteggersi dallo stalking.

E’ stata una dura prova, non avrei mai pensato di attraversare un’esperienza simile. Proprio io, che cerco di curare le mie relazioni… E certo non mi sarei mai aspettata che una persona così vicina, diventasse come un nemico da cui proteggermi.
La mia tolleranza alle sue azioni di sopruso e molestia non facevano altro che legittimare quelle stesse azioni, ma anche l’agire per proteggermi ne provocava altre più gravi. Appena sentivo un rumore mi mettevo in allerta e mi attivavo con videocamera o macchina fotografica o registratore… Non era più vita. Mi sono accorta che mi ero quasi abituata a quello stato di lenta e continua persecuzione. Già, perché le azioni che subivo, prese singolarmente non erano poi così gravi, e portavo pazienza nella speranza che avesse un termine, che l’altro cambiasse.

Ad un certo punto ho detto basta! Basta subire! Basta alla logica del “lascia perdere, vedrai che cambia, poi gli passa…” e ho denunciato.
Denunciare una persona di famiglia per qualcuno sembra una cosa peccaminosa o vergognosa. Anche questo non è stato facile da vivere, da qualcuno ero considerata quella che sbagliava. Forse per loro l’immagine era più importante della giustizia.

Ho trovato anche molti alleati sul mio cammino che mi hanno aiutata e sostenuta tantissimo, a cui sono molto grata. Degli angeli in carne ed ossa. Fondamentale è stato il supporto di un percorso di counseling, mi ha aiutato a prendere consapevolezza delle mie varie emozioni, del mio blocco interiore, dell’illusione di avere il controllo sulla situazione, per poi cambiare e trovare la mia via di liberazione. Mi sono resa conto di come il mio stalker fosse in fondo vittima a sua volta della sua stessa infelicità, della sua rabbia, invidia, e del suo dolore.

Incredibile è stato vivere anche alcune assurdità, come il carabiniere che difende lo stalker, o il giudice che si infastidisce perché deve occuparsi di un reato banale e che solo dopo molto mesi capisce la gravità della situazione, finalmente condannando per stalking ad un anno e sei mesi e a un notevole risarcimento danni.

Ne sono uscita! E ho imparato a proteggermi, forse proprio questo dà senso a tutto quello che è successo. Ho trovato la forza per fare un grande cambiamento nella mia vita e ora ne sono felice. Questa è la mia vera vittoria.

Tante persone hanno contribuito alla stesura di questa storia, le firme purtroppo sono molte.


7 SUGGERIMENTI PER CHI VIVE LO STALKING

Eccoti alcuni consigli molto pratici che sono utili per non soccombere, per gestire le varie emozioni e per proteggersi dallo stalking.

  1. AFFRONTA LA PAURA
    “Se denuncio cosa mi farà?” “Se non faccio quello che vuole si arrabbierà” Oltre allo stalker, il nemico maggiore è la propria paura della probabile reazione dello stalker, è la paura che blocca ogni azione di reale protezione. E’ forte il rischio di cadere in un circolo vizioso che ci fa subire in continuazione, per paura. Se continui a subire non ne uscirai.
    La paura ha la funzione di proteggere, lo fa bloccandoti o facendoti fuggire. Proprio come fanno gli animali, alcuni si immobilizzano e sembrano morti, altri scappano velocemente. Scegli la seconda modalità. Appena puoi FUGGI!
  2. CANALIZZA LA RABBIA
    La rabbia per tutto quello che subisci è tanta. E’ difficile non reagire ai sopprusi, lo so, ci vuole autocontrollo. Ma è importante se non vuoi “passare dalla parte del torto”. Verrebbe da rispondere con la stessa modalità: “mi taglia una gomma dell’auto e io faccio altrettanto.” NO! NON REAGIRE, AGISCI! Fai foto, documenta l’accaduto, denuncia. PASSA ALL’AZIONE CORRETTAMENTE!
  3. SUPERA IL SENSO DI COLPA E LA VERGOGNA
    Strani pensieri ti possono attraversare: “Se non avessi detto o fatto…non avrebbe reagito…” come se dipendesse da te la modalità scelta dall’altra persona di reagire. Tu hai la responsabilità di non giocare il gioco della vittima e del persecutore, non di ciò che agisce l’altra persona. Anche se puoi provare vergogna o sentirti sbagliata per l’assurda situazione che stai vivendo, sappi che non sei tu che stai sbagliando. RITROVA LA TUA AUTOSTIMA!
  4. CERCA ALLEATI
    Trovarsi in una situazione del genere mette molto a disagio ma cerca di parlane con qualcuno, con amici e amiche, centri di aiuto, consultori, centri di giustizia riparativa, numero 1522 della Rete Nazionale Antiviolenza  … Presso la polizia ci sono uffici dedicati a questo tipo di problematiche che ti possono supportare nella tutela allo stalking. Nulla è sotto controllo se hai a che fare con una/o stalker. E la situazione degenera sempre di più, finché non interviene un terzo che rappresenti l’autorità. Non ti isolare. CHIEDI AIUTO!
  5. DOCUMENTA
    Tieni un diario in cui descrivi i fatti come accadono in modo preciso e accurato, per esempio:
    “31.12.2019 – 10:25 – mi ha scritto un messaggio su whatsapp “vedrai cosa ti faccio” – io non ho risposto – foto del messaggio”
    Schematicamente: data – ora – comportamenti dello stalker – mie reazioni – prova o testimoni
    Descrivi tutto con precisione, non ti puoi ricordare tutto. Fotografa, filma, registra. Esistono app per registrare le telefonate che ricevi. Conserva eventuali certificati medici e tutto quello che serve per poter testimoniare quello che accade. Può essere impegnativo, ma sarà utilissimo nel caso ci fosse un processo. RACCOGLI TUTTE LE PROVE POSSIBILI!
  6. ESPRIMITI CON SINCERITA’
    Nel caso ci fosse un processo, quello che dichiari verrà vagliato accuratamente e messo in discussione, può essere che ti sentirai trattato/a come se fossi tu il colpevole, ma se quello che porti è coerente e provato, molto probabilmente avrai la giustizia dalla tua parte. Basta una sola menzogna per perdere di credibilità e vanificare i tuoi sforzi. DI’ LA VERITA’!
  7. STAI IN UN LUOGO SICURO
    Se ti accorgi che potresti essere in pericolo di vita, rifugiati in una abitazione sicura evitando ogni contatto e incontro. Soprattutto nella fase che segue una denuncia o una richiesta di ammonimento da parte della polizia, perché sono i momenti più critici. NON RISCHIARE!

Che anche tu possa contribuire a interrompere la violenza, per tornare a vivere con serenità.

Elena Mazzoleni

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