Core Parent Counseling per la famiglia, genitori e figli
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Questa mattina, domenica 22 marzo 2020, ho danzato. Avevo scelto queste tracce musicali (in gran parte donatemi da Mario tempo fa), per farne una sequenza di movimento libero; ognuna di esse esprime un’energia unica, che se la si lascia entrare nel corpo, nell’anima, si esprime in un movimento, una danza appunto. Questa pratica me l’ha insegnata Elena Mazzoleni nei gruppi di MoviMente che ho frequentato per tanti anni, e che non smetterò mai di ringraziare. Noi siamo uniti corpo-anima-mente, ogni cellula “pensa”, ed ogni pensiero si traduce nel corpo. Di quel corpo di cui ci dimentichiamo spesso, almeno fino a quando non ci arriva qualche segnale o disagio.. E la qualità di quel movimento, (non di performance), mi connette a parti di me, unite nel corpo e nell’anima, e non dirette dalla testa. E queste parti si uniscono ad altre fuori di me, diventando di volta in volta, immagini, preghiere, sentimenti come la gratitudine, e molto altro. E che, sono convinta, siano curative. Mi sono arrivate spontaneamente visualizzazioni di protezione verso coloro che sono ammalati ed impauriti, verso tutti coloro che stanno aiutando gli altri, verso i miei cari. E immagini di elementi della natura che trasformano, ma necessitano del loro spazio, lo richiedono con urgenza: una terra che nutre, che si sta svegliando alla primavera, brulicante di vita; un’aria pulita, viva, ventosa, che porta nubi grandi e non si ferma; acqua che scorre, che lava, che disseta; e fuoco, tanto fuoco che riporta tutto alla cenere, alla rinascita. Una immagine mi ha commossa: il fuoco che sta bruciando tanti corpi riportandoli a puri elementi , e questi che ricadono sotto forma di piccole luci sui propri cari, sul mondo, ricordandoci che non è tutto finito, ma che ci dovremo ricordare di ogni riflessione fatta, di ogni lacrima, di ogni goccia di sudore, di ogni solitudine e pensiero cupo. Con una musica, e sdraiata a terra, ho visto il mio corpo che si univa alla terra con una infinità di radici giovani, e io fatta di erba e fiori. In un’altra mi sono vista circondata da una natura prepotente, rigogliosa, che mi circondava, cresceva intorno a me rendendomi più piccola; sotto il manto della terra gallerie percorse da piccole creature, e sopra ad essa, grandi creature per nulla minacciose. E con me, i miei cari, amici, e sconosciuti che come me si trovavano in quella insolita riunione. Ogni musica esprime un sentimento, una emozione che sono diversi a secondo del brano, ma anche per la sensibilità di ognuno di noi. E da ultima la marcia dei marines: portentosa per me nel suo “alleggerire” nonostante sia una marcia appunto. E con questo auguro una buona giornata, uniti del dolore e nella speranza. Elena Comotti Ringraziamo Elena Comotti per aver saputo aprire ed ascoltare il suo cuore e per aver condiviso questa sua esperienza di movimento del Core Counseling
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Testimonianze degli allievi del corso di Core Counseling
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Amico, non so … amico amico amico amico am Amico, io non so come aiutarti. Non so come fermare la tua sofferenza. Non so come liberarti dal dolore nel cuore, dalla paura, tristezza, i desideri che ardono dentro le tue profondità. Li conosco, questi ospiti. E non ho mai potuto vincerli in me. Ero combattuto, perso, come te. Anche il mio desiderio di trovare le risposte è divenuto cenere. Conosco la tristezza e la solitudine di cui parli. Fuggivo dal dolore, per anni. Ho cervato di bere la mia solitudine, di fare il sesso con lei, di meditare con lei, di fare il giro del mondo con lei. Ho cercato della gente per distrarmi, ma lei mi stava addosso. Ho cercato di ipnotizzarmi con la religione, con la spiritualità, con il dogma, col la fede, con le false speranze. Mi sono immerso nel lavoro e nelle attività futili. “Continua a muoverti”, mi dicevo. “Non fermarti.” La solitudine bussava nella mia porta nel cuore della notte. Sentivo i suoi richiami nei sogni diurni e negli incubi notturni. Ma poi la vita mi ha fermato. Il dolore della fuga mi ha fermato. Ed è iniziata la guarigione, quando mi sono fermato… Ho guardato in faccia alla mia solitudine e ho lasciato che mi riempisse. Pensavo di morire, ma nel cuore della solitudine ho trovato soltanto l’amore, molta vita e molta luce. Ho trovato una profonda connessione con il Divino. Ed una straziante compassione per i fratelli e le sorelle. Il “buio” dentro di me era soltanto un bimbo perso che bramava l’amore. Aveva nostalgia di me, mi aspettava. E’ stata un’unione bellissima. Ora viviamo insieme, come Uno. Respiriamo, passeggiamo nei prati, ridiamo e piangiamo. Ho trovato il mio amore nel buio. Ora, amico mio, sono qui con te. Nel silenzio, nella presenza, nel presente. Vedo la tua paura, la tua impotenza, e mi inchino davanti alla tua forza. Credo nella tua capacità di incontrare te stesso. Non voglio correggerti. Non so come aiutarti. Ma nella tua impotenza c’è il fuoco della guarigione! Non posso correggerti. Ma posso amarti così come amo me stesso. E questo è tanto. Pavel Costaneto https://www.facebook.com/video/embed/async/dialog/?url=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Ftalking.psicologia%2Fvideos%2F1051697158498345%2F CoreCounseling
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