COUNSELING

Core-counseling-aiuto, aiuto, movimente

Core Counseling

Senti che c’è qualcosa che non va nella tua vita, ti impegni ogni giorno ma i problemi ti tolgono la serenità e non capisci cosa sia meglio fare? Le situazioni nella tua vita, sopratutto a livello relazionale, si ripetono e vorresti attivare dei cambiamenti? Il Core Counseling ti permette di prenderti un tempo per te, per alleggerirti dalle fatiche quotidiane, per trovare un modo guardare in profondità nelle situazioni che vivi e trasformarle. Per liberarti dai condizionamenti che ti bloccano e conquistare la libertà di essere se stessi, la libertà di amare, pensare, volere. Uno Spazio di Ascolto per te Pochi incontri di Counseling ti possono aiutare!  Puoi apprendere competenze che ti possono essere di aiuto per vivere meglio. Cosa può fare il Counseling per te? Il counseling ti può aiutare a: Chi è il Counselor?  Il Counselor è una nuova figura professionale, aiuta le persone nei momenti di difficoltà della vita e sostiene in un percorso di crescita personale, con professionalità e cuore. Il Core Counselor offre la possibilità di vivere un’esperienza evolutiva e di riequilibrio, con una presenza accogliente, attenta ed empatica, nel rispetto della tua libertà. Come ti aiuta il Counseling? Il Counseling è una relazione d’aiuto. Nasce dall’originaria idea di Rogers per cui, quando una persona si trova in difficoltà, il miglior modo di offrirle aiuto non è quello di dirle cosa deve fare, è invece aiutarla a comprendere la sua situazione lasciandole la libertà di scelta. “Il Counselor è come una guida alpina che accompagna qualcuno a fare una scalata perché in qualche maniera c’è già passato, conosce le difficoltà del percorso e si mette insieme all’altro…” Loris Adauto Muner Guarda l’intervista di Bergamo TV alla Counselor Elena Mazzoleni sul tema del Counseling Quali benefici offre il Counseling? Un percorso di Counseling è come un viaggio di conoscenza dal quale si torna nutriti e arricchiti di nuove possibilità. Come cita l’antico oracolo di Delfi: “Conosci te stesso e conoscerai il mondo intero e gli dei“. Questa esperienza di crescita personale ti offre la possibilità di vivere con più pace, saggezza e amore. E questo si traduce in: relazioni positive, equilibrio emotivo, gestione dello stress, soluzione di problemi, realizzazione personale, … Cosa non è il Counseling Il Counseling non è una psicoterapia o una psicoanalisi e nemmeno psichiatria, non vengono quindi effettuate diagnosi o test e non vengono somministrati farmaci. Ha sue specifiche metodologie prevedono percorsi di breve durata, in base alla necessità della persona. Il Counseling è una relazione d’aiuto con una sua metodologia. A differenza della psicoterapia, il Counseling non si occupa di patologia ma valorizza le risorse della persona per migliorare il suo benessere. Cosa puoi ricevere da un Counselor? Da un Counselor puoi ricevere tanto: Queste qualità, unite a metodi di aiuto innovativi come quelli del Core Counseling, ti accompagnano verso una visione più distaccata e chiara di ciò che ti sta accadendo, per poter attivare spontaneamente le tue risorse e potenzialità. Per cambiare in meglio la tua vita. Un esempio: al termine di un colloquio di Core Counseling un ragazzo si espresse così: “ora che ho chiaro qual’è il reale problema so come risolverlo“. Puoi leggere altre numerose testimonianze: cliccando qui Da un Core Counselor non riceverai né giudizi o critiche, né interpretazioni o analisi dei tuoi comportamenti. Cosa fa di diverso il Core Counseling? Il Core Counseling ha un approccio olistico e usa dei metodi psico-energetici particolarmente efficaci perché hanno queste caratteristiche: Tutto questo trasforma gli incontri di Counseling in esperienze. Esperienze che sono formative ed evolutive, che trasformano i problemi in opportunità di crescita. “Abbiamo accumulato tante ferite, e se non ne siamo consapevoli tutte le nostre azioni diventano reazioni a quelle ferite. Nella conoscenza di sé c’è la fine del dolore e, quindi, l’inizio della saggezza.” – Jiddu Krishnamurti Come iniziare un percorso con il Core Counseling? Se vuoi saperne di più o se vuoi prenotare un appuntamento per un incontro o partecipare a dei laboratori esperienziali, scrivi a MoviMente o chiama il 349.3702682.  E’ disponibile anche un servizio a distanza di Counseling online, via skype o altri strumenti online. L’associazione MoviMente APS offre anche percorsi di Core Counseling in gruppo e il corso triennale di Core Counseling. Buona vita!  Leggi anche: Testimonianze Esperienze di Core Counseling Core Counseling Il counseling con approccio psico-energetico La crisi come opportunità Il compito del counselor: aiutare a trasformare i problemi in opportunità Cosa fare? Proposte per la tua crescita personale

Core Counseling Leggi tutto »

club, SOS GENITORI aiuto nell'educazione dei figli, progetto CORE FAMILY sportello di ascolto online e corso genitori online e grauito famiglia e figli. Educazione dei figli e aiuto nella loro crescita. Come farsi ascoltare dai figli adolescenti

Il club degli Incompresi

Il Club degli Incompresi: Navigare l’Adolescenza con Empatia e Supporto L’adolescenza è spesso descritta come un periodo tumultuoso, pieno di cambiamenti e sfide. Per molti giovani, può sembrare di far parte di un “Club degli Incompresi”, dove le emozioni sono intense, le relazioni complicate e il mondo degli adulti sembra distante e talvolta ostile. In questo articolo, esploreremo le dinamiche della vita adolescenziale e come il counseling di gruppo può offrire un prezioso supporto. Vita da Adolescenti: Un Mondo di Contrasti L’adolescenza è caratterizzata da: Sfide Quotidiane Delusioni e Amori: Montagne Russe Emotive Le relazioni romantiche in adolescenza sono spesso intense e volatili: Impatto Emotivo Rapporto Genitori e Figli: Un Ponte da Costruire La relazione con i genitori spesso diventa complicata durante l’adolescenza: Strategie per Migliorare la Comunicazione Counseling di Gruppo: Un Rifugio per gli Incompresi Il counseling di gruppo offre un ambiente sicuro dove gli adolescenti possono: Benefici del Counseling di Gruppo per Adolescenti Emozioni: Il Cuore dell’Esperienza Adolescenziale Le emozioni giocano un ruolo centrale nella vita degli adolescenti: Strategie per la Gestione Emotiva Conclusione: Abbracciare l’Incomprensione come Opportunità di Crescita L’adolescenza, con tutte le sue sfide, è anche un periodo di incredibile potenziale e crescita. Il “Club degli Incompresi” non è un luogo di isolamento, ma un’opportunità per: Attraverso il counseling di gruppo, il dialogo aperto e il supporto emotivo, gli adolescenti possono navigare questa fase della vita con maggiore sicurezza e consapevolezza, trasformando le sfide in opportunità di crescita personale. Ricorda: essere “incompresi” è spesso il primo passo verso una comprensione più profonda di sé e del mondo circostante. #Vita da adolescenti #delusioni e amori #rapporto genitori e figli #Counseling di gruppo #emozioni fb counseling club club club club

Il club degli Incompresi Leggi tutto »

Ora godo

Ora godoEra da parecchi anni che provavo a “far parlare” le mie emozioni, ma non avendo gli strumenti giusti, non conoscendo la pratica del Focusing, spesso faticavo a trovare il modo corretto per esprimere, cioè tradurre con le parole, quello che il mio corpo effettivamente sentiva. Attraverso le lezioni di Focusing e mettendo in atto gli insegnamenti del corso di Core Counseling, ho constatato che riesco a dar voce al mio sentire, alle mie emozioni, ai miei stati d’animo, al mio corpo nella sua totalità, alla mia parte più profonda, cioè quella più vera, quella che non mente, quella che sa sempre ciò che è giusto per me e ciò che invece non lo è. Tutto questo mi rende particolarmente felice, poiché mi rendo conto, sempre più spesso, che quando sento connessione, relazione e quindi unione tra mente, anima e corpo sto molto bene; vivo la vita godendo della bellezza e della libertà che essa dà. Roberta godo fb counseling

Ora godo Leggi tutto »

Focusing: La pratica del Focusing

Nei tempi antichi a una filosofia corrispondeva anche una pratica. Per la prima volta da allora ecco di nuovo una filosofia che include una pratica. Focusing è questa pratica, e noi la insegniamo. La filosofia è uno studio che richiede anni di letture e apprendimento. Ma proprio come guidiamo l’automobile anche se non sappiamo nulla di meccanica, così voglio costruire per voi un’automobile filosofica che potete usare, senza necessariamente sapere come funziona. Questa filosofia costituisce una rivoluzione in campo filosofico. E’ stata elaborata e scritta ma, attraverso la pratica che ne deriva, potete conoscere la filosofia in modo IMPLICITO, senza veramente conoscerla. Ora voglio mostrarvene qualche piccola parte, e dirvi che quello che già conoscete [attraverso focusing] costituisce una rivoluzione nell’ambito della filosofia. 1) Attualmente i filosofi riconoscono che le formulazioni non si fondano su se stesse, ma questo fatto li blocca. Molto peggio: la concezione attuale è che non c’è nessuna verità, e neppure valori, poiché la gente ancora pensa che, se i tentativi di trovare una sola verità arrivano a conclusioni contraddittorie, significa che non c’è nessuna verità. Conoscendo Focusing, certo non pensate che solo perché sono state enunciate verità diverse non esiste nessuna verità. Invece sapete, magari senza averci pensato, che la verità consiste in una o più RELAZIONI tra quello che viene enunciato e…… Ora vi mostrerò che la nostra filosofia è un modo di articolare alcuni tipi di queste RELAZIONI ESPERIENZIALI. Se le formulazioni non possono reggersi su se stesse, qual’è l’ALTERNATIVA ? La chiamiamo “esperire” (experiencing), ma sarebbe meglio dire “esperire, situazione, il corpo, il nostro vivere in relazione,….” Ancora meglio chiamarla semplicemente “puntini puntini”. 2) STIAMO IN UNO SPAZIO APERTO—più sottilmente ordinato di ogni sistema e che pure implica ulteriori passaggi. Viviamo nel nostro esperire ricco di significati, nel mondo, con gli altri. QUESTO NON SI PUO’ RAPPRESENTARE. SI PUO’ SVILUPPARE IN MOLTE DIREZIONI MA E’ DIFFICILE INDIVIDUARNE ANCHE SOLO UNA. Pertanto la verità è speciale e difficile da raggiungere. Vari approcci possono portare a diversi tipi di verità e possibilità. DIVERSE VERITA’ NON SI ESCLUDONO A VICENDA. Come filosofi questo ci può sembrare scoraggiante, irrazionale e anti-intellettuale, se non teniamo conto di ciò che segue: 3) Già sapete che, per comprendere quello che uno dice, prestiamo attenzione all’esperire di quella persona….., ma come lo facciamo? Sentiamo i passaggi che portano a una affermazione; teniamo presente quello che la persona ha espresso riguardo a ciò che sperimenta nel corso di ogni passaggio, lo verifichiamo ripetendone alcune parti, e chiedendole ogni volta di correggerci. Per il momento abbiamo compreso la persona; poco dopo veniamo di nuovo corretti, e questo porta ad un successivo momento di comprensione. Quindi FORMULIAMO le parole e le frasi in relazione a questo senso, in continuo sviluppo, di ciò da cui la persona parla. La filosofia ci presenta un problema relativo al linguaggio. Secondo un punto di vista molto diffuso tutta la cultura e la storia si possono definire “linguaggio”. Il linguaggio è molto relazionato a come pensiamo e sperimentiamo ogni cosa. Si, il linguaggio è sempre IMPLICITO in ogni esperienza, in ogni situazione, in ogni puntini puntini, per cui l’esperienza non è mai di per sé qualcosa di neutro ed attendibile. Sembra che siamo come creati e determinati da una delle molte culture e linguaggi. Sembra che comprendiamo gli altri solo se già abbiamo in comune dei significati. Sembra che non ci sia una natura umana universale e neppure un linguaggio da cui la filosofia possa procedere. Invece scopriamo che ascoltare e focalizzare [nella pratica del focusing] non si limitano ai significati comuni; si aprono a molto di più, a una maggiore intricatezza, a maggiori possibilità di quelle permesse dal LINGUAGGIO COMUNE. Ma allora, cos’è questa NUOVA MODALITA` DI LINGUAGGIO alla quale siete già abituati? Un tipo di RELAZIONE che vi è familiare è quella in cui le parole che dite permettono lo svilupparsi del puntini puntini. Spesso non riescono a farlo. Ma parliamo senza farci caso. Negli anni ’30 Trigant Burrow scrisse: L’invenzione umana del linguaggio ha grandissime possibilità, ma finora ci ha solo separato dalla nostra esperienza, cosicché per lo più viviamo nel contesto di un linguaggio alienato. E` vero che a volte pensate o parlate senza sapere veramente quello che volete dire. Esplorate, giocate, divagate, leggete a caso o parlate a vanvera. Ma poi, quando finalmente vedete, ascoltate o dite qualcosa che vi prende, siete in grado di riconoscere che in questo caso il vostro linguaggio fa qualcosa di più. Diciamo che “sta portando avanti” il nostro…….., comunque si voglia chiamare il puntini puntini. Oppure, un esempio diverso, quando avete un problema o situazione da cui non riuscite a trovare via di uscita, ed ogni tentativo che fate fallisce sicché vi trovate completamente bloccati, quando finalmente riuscite a dire o fare qualcosa che produce anche solo un leggero senso di “allentamento” nel blocco, lo riconoscete. Questi sono solo due dei molti modi di portare avanti. C’è una modalità di linguaggio che lascia emergere nuovi significati. Che possono essere più o meno strettamente connessi con un puntini puntini. Focusing può sorprenderci con piccoli passaggi intricati mai apparsi prima nella storia del mondo. Partire da questi nuovi passaggi rende possibile un linguaggio, perché qui il linguaggio è implicito nel corpo umano. A partire dai nuovi passaggi LE PAROLE ARRIVANO GIA’ FORMULATE IN MODO NUOVO. Questo linguaggio “ordinario” è un linguaggio per la filosofia, laddove nessun linguaggio sembrava possibile. Le situazioni, il parlare e l’azione basati sul corpo sono un sistema per portare avanti. Questo modo di linguaggio PUO` (non sempre) andare oltre la vecchia metafisica che si attacca a tutte parole. Ci può far trovare nuovi passaggi per portare avanti il contesto (il …. di ogni momento). Abbiamo ora segni attendibili del portare avanti. E abbiamo una pratica (focusing) che lo rende molto più accessibile. 4) Sapete già qualcosa su tempo e spazio. Il pensiero filosofico ci si è dedicato molto. Sapete che il tempo cambia durante il focusing. Un intero minuto di entrare in contatto e

Focusing: La pratica del Focusing Leggi tutto »

Chi sono io?

“Io NON sono il mio aspetto” E’ un’intuizione straordinaria di una ragazza che sta facendo un percorso di Core Counseling. Potremmo anche dire: “io NON sono quello che pensano gli altri” “io NON sono i miei pensieri” “io NON sono le mie emozioni” …  questo ma molto MOLTO DI PIU’!!! Assaggioli scrive in merito al tema dell’identificazione: “L’errore comune che facciamo tutti è di identificarci con qualche contenuto della nostra coscienza, piuttosto che con la coscienza stessa. Alcune persone si identificano con i loro sentimenti, altri con i loro pensieri, altri ancora con i loro ruoli sociali. Ma questa identificazione con una parte della personalità distrugge la libertà che deriva dall’esperienza dell’Io puro.”* Questo è un aspetto molto importante che riguarda la nostra libertà: “Siamo dominati da tutto quello con cui si identifica il nostro Io. Possiamo dominare e controllare tutto quello da cui ci disidentifichiamo.”* “Spesso una crisi nella vita di una persona la depriva della funzione o del ruolo con il quale si era identificata: il corpo di un atleta è mutilato, un’amata se ne va con un poeta vagabondo, un lavoratore assiduo si deve ritirare. Allora il processo di disidentificazione avviene forzatamente e ci può essere una soluzione solo dopo un processo di morte e rinascita nel quale la persona entra in una identità più ampia, ma questo processo può avvenire coscientemente.”* Come posso disidentificarmi? Assoggioli ci suggerisce una pratica utile che ci aiuta a disidentificarci: “Con l’esercizio della disidentificazione e identificazione si tratta di praticare la consapevolezza ed affermare: Ho un corpo, ma non sono il mio corpo. Ho emozioni, ma non sono le mie emozioni. Ho un lavoro, ma non sono il mio lavoro, ecc. L’introspezione sistematica può aiutare ad eliminare le parziali autoidentificazioni.”* “Lo stadio naturale che viene dopo la disidentificazone è una nuova identificazione con l’Io centrale.”*Da sperimentare! Buona ricerca del vero Sé! Il tuo “Core” * Citazioni di Roberto Assagioli sono fb blog

Chi sono io? Leggi tutto »

bruce lee

Il bypass spirituale

Ti sei rifugiato talvolta nella Spiritualità per evitare di affrontare un aspetto doloroso della tua Vita? Lasciato correre abusi nel nome della compassione? Ti sei mai fatto scudo delle tue convinzioni più elevate per evitare di sentire gelosia o rabbia, considerandole emozioni ‘poco spirituali’? Se la risposta a qualcuna di queste domande è positiva sei in buona compagnia.La maggior parte delle persone che fanno un cammino spirituale restano vittime di tale inganno, che lo psicologo statunitense John Welwood chiamò nel 1984 ‘Bypass Spirituale’. Di fatto, è una circostanza tanto comune nella pratica spirituale che pochi ne riconoscono la frequenza e i pericoli che essa nasconde. Autori come Ken Wilber e Robert Masters avvertono che molti consiglieri spirituali e psicologi transpersonali favoriscono, con le migliori delle intenzioni, questo errore, proponendo la ricerca spirituale a coloro che cercano il loro aiuto per problemi di altra natura (cognitivi, psicologici, fisici). Lo psicoterapeuta Robert Masters nel suo libro ‘Bypass Spirituale’: quando la Spiritualità ci sconnette da quanto è veramente importante’ dice che la nostra difficoltà a tollerare e far fronte alla nostra ombra personale e collettiva è la spinta che ci conduce a cercare la spiritualità come rifugio o soluzione facile ai nostri problemi. In questo caso, le Pratiche o ciò in cui crediamo non aiutano ad elevarci ma soltanto ad evitare il faticoso transito dentro l’esame di noi stessi e l’auto osservazione, a zittire la voce interiore che ci dice che qualcosa non va, a nascondere sotto il tappeto i conflitti e le difficoltà che chiedono di essere affrontati. Così lo descrive John Welwood, che coniò il termine a partire da ciò che osservava nella sua comunità di praticante buddisti, e in se stesso: “Quando caschiamo nel ‘Bypass Spirituale’ usiamo la meta dell’illuminazione o liberazione per razionalizzare ciò che chiamo ‘trascendenza prematura’. Proviamo ad elevarci oltre il lato reale della nostra umanità prima di esserci confrontati veramente con essa, e averne fatto pace.Cerchiamo inoltre di usare la verità assoluta per squalificare le nostre necessità umane, le nostre difficoltà nei rapporti o il nostro scarso sviluppo. Credo che questo è una specie di pericolo proprio delle pratiche spirituali, posto che la spiritualità porta con sé l’idea di andare oltre la nostra condizione karmica attuale”. In che maniera si manifesta questa tendenza nelle persone?In un atteggiamento di distacco eccessivo, con la repressione di certe emozioni (la tendenza ad anestetizzare la tristezza o la rabbia), o attraverso una compassione cieca, un’inclinazione esagerata verso ciò che è positivo, ignorando o prendendosela contro i propri aspetti ombra (gli aspetti di se stesso male interpretati).Nei casi più estremi può presentarsi come Delirio di Illuminazione. Questa tendenza viene chiamata anche ‘inflazione spirituale’, con riferimento al fatto che tutto può trascendersi a forza di luce e volontà. Ma già C.G.Jung avvertiva: Uno non raggiunge l’illuminazione fantasticando sulla luce ma rendendo cosciente l’oscurità Un esempio che porta Welwood, in relazione alla pratica del buddhismo in occidente: “Se uno vuole praticare il distacco rinnegando il proprio bisogno d’amore, l’unico risultato che ottiene è di respingere questa necessità nell’inconscio, luogo dal quale probabilmente si manifesterà in forme potenzialmente pericolose”. Spiega il terapeuta:“E’ facile usare concetti come ‘la Verità del Vuoto’ in una maniera distorta.L’insegnamento è che i pensieri e le emozioni non hanno un’esistenza reale, che sono soltanto illusioni del Samsara, e che pertanto non dobbiamo prestare loro attenzione. ‘Devi riconoscerle come forme vuote e passare oltre’ è il consiglio che ricevono i discepoli. Questo può essere utile nell’ambito della pratica, però nelle situazioni della vita queste stesse parole possono essere usate per reprimere o negare emozioni che richiedono la nostra attenzione. Me ne sono accorto in numerose occasioni”. Sottolinea lo stesso autore: “Temo che ciò che molti buddisti occidentali stiano praticando non è distacco, ma evitamento del distacco. Questo non è liberazione dall’attaccamento, è un’altra forma di attaccamento: si attaccano alla negazione delle loro umane necessità, per sfiducia nell’Amore”. Questo fenomeno si associa in parte con l’esplosione di interesse per la spiritualità negli anni ’60 e con l’adozione da parte dell’occidente di pratiche e saperi dell’Oriente: e anche con la distorsione di queste pratiche e credenze in quello che si è chiamato ‘spiritualità di rapido consumo’. Ciò non è tuttavia esclusivo delle tradizioni orientali, anche la preghiera può esser usata come un modo per evitare di prendere contatto con le ferite psicologiche e i dolori del cuore. Quello che è certo è che non c’è nulla di istantaneo nel processo di crescita spirituale. Coloro che in quest’ambito raggiungono una certa maturità lo fanno con anni di lavoro interiore e sincerità. Per usare il linguaggio di Welwood, in essi il frutto cade dall’albero per via del peso, invece di essere colta prematuramente dai rami. C’è in questi Uomini temprati spiritualmente, siano Monaci, Maestri o Sciamani, una caratteristica di integrità e radicamento. Non sono anime disincarnate né vogliono sembrarlo. Non sono, né si pretendono, al di là di nulla.Per questo sono capaci di abbracciare la complessità di quelli che li circondano con amore, e di mostrare il Cammino verso una Reale Trascendenza, senza scorciatoie né illusioni di Santità, con semplice vocazione Umana. Articolo di Fabiana Fondevila Il corso di Core Counseling sposa appieno questa visione e propone un percorso di consapevolezza sostenuto dalla ricerca spirituale. La Mindfulness e il Focusing sono preziosi strumenti in questo cammino di crescita. spirituale

Il bypass spirituale Leggi tutto »

core counseling

Il Counseling

  Cosa è? Il Core Counseling ha le sue radici nel campo umanistico, fondato da Rogers. Un modo rivoluzionario per essere di aiuto alle persone coltivando le qualità del cuore.  Guarda il video. Qual’è la differenza fra il Counselor e lo Psicologo? Ce lo spiega in modo ironico il simpatico Mauro Scardovelli. Guarda il video: E in modo più serio in questo altro video Il Counseling descritto dai clienti Ed ora ti proponiamo l’ascolto del punto di vista dei clienti che hanno sperimentato il corso. Testimonianze Di seguito trovi alcune testimonianze di persone che hanno beneficiato del corso [display-posts post_type=”post” category=”testimonial” tag=”null” layout=”layout2″ posts_per_page=”8″ id=””] fb blog

Il Counseling Leggi tutto »

Le Parole

“Esistono infernali ragnatele di parole, mere parole; ma che cosa sono le parole? Sii cauto con le parole, sceglile bene, prendi parole sicure, parole prive di appigli, non tesserle l’una all’altra, affinché non ne nasca una ragnatela, perché tu saresti il primo a restarvi impigliato. Poiché le parole implicano dei significati. Con le parole scoperchi il mondo intero. La parola è quel che vi è di più futile e di più potente.” Carl Gustav Jung Queste sono le parole che abbiamo scelto per voi! “La nostra paura più profonda non è quella di essere inadeguati. La nostra paura più profonda è quella di essere smisuratamente potenti. A spaventarci è la nostra luce, non il nostro buio. Siete figli di Dio. Il vostro sminuirvi non giova al mondo. Non c’è niente di nobile nel farvi piccoli affinché gli altri si sentano meno insicuri accanto a voi. Siamo nati per manifestare la gloria di Dio che è dentro di noi. Non soltanto in alcuni di noi, ma in tutti. E quando lasciamo che la nostra luce splenda, diamo agli altri, inconsapevolmente, il permesso di fare altrettanto. Quando ci liberiamo dal nostro timore, la nostra presenza libera automaticamente gli altri.” Marianne Williamson L’Eredità di Jung Il Potere Ambivalente del Linguaggio La riflessione di Carl Gustav Jung rivela una profonda verità sulla natura del linguaggio: La Responsabilità nella Comunicazione La Visione di Marianne Williamson Il Paradosso della Paura La Williamson capovolge la percezione comune della paura: L’Auto-limitazione come Scelta Il Linguaggio come Strumento di Liberazione La Manifestazione della Luce Interiore Strategie per la Liberazione Personale Superare le Limitazioni Auto-imposte Ispirare gli Altri L’Impatto Collettivo La Trasformazione Sociale Il Ruolo Individuale parole fb blog

Le Parole Leggi tutto »

Focusing per cambiare

“La tua visione diventa chiara solo quando guardi dentro il tuo cuore.Chi guarda fuori, sogna.Chi guarda dentro, si sveglia.”Carl Gustav Jung L’esperienza è di una ricchezza enorme.Noi pensiamo più di quanto possiamo dire.Sentiamo più di quanto possiamo pensare.Viviamo più di quanto possiamo sentire.E c’è ancora molto di più. E.T. Gendlin Il Focusing ti permetterà di scoprire dove la tua vita è bloccata, contratta,rallentata. E ti metterà in grado di cambiare, di vivere da un livello piùprofondo, oltre i tuoi pensieri e le tue emozioni. E.T. Gendlin “Quando ho fatto il mio primo tentativo di Focusing è stato come trovare una miniera d’oro! il processo ha scatenato un’irresistibile introspezione personale, un’improvvisa fusione di conoscenza intellettuale e ‘istintiva’. Questo cambiamento ha liberato una tensione di cui ero solo oscuramente consapevole. Mi sono sentita stranamente illuminata e libera, ilare,  come se un vecchio peso fosse stato rimosso. Il cambiamento sentito ha segnato la fine di una serie annosa di emicranie.”Marilyne Ferguson Cosa è il Focusing? Il Focusing è un metodo efficace per evocare la nostra saggezza profonda, una chiave per la nostra evoluzione personale. Questa pratica introspettiva nasce dalle ricerche svolte dal Prof. Eugene Gendlin (allievo di Carl Rogers). Consiste in un ascolto particolare e attento delle percezioni interiori che ha il potere di attivare un processo di trasformazione personale. E’ anche un’esperienza di apertura al nostro campo energetico, ricco di conoscenze e saggezze. Apprendere ad utilizzare il Focusing su di sè e con altri è uno degli obiettivi formativi del Corso di Core Counseling organizzato dall’Associazione MoviMente a Bergamo. Il Core Counseling integra nella propria metodologia anche esperienze di Focusing. Per approfondimenti: CORSO DI CORE COUNSELING Se sei interessato ai corsi scrivici [display-posts post_type=”null” category=”focusing” tag=”null” layout=”layout5″ posts_per_page=”1″ id=””] fb

Focusing per cambiare Leggi tutto »

L’anima può guarire?

L’anima non guarisce mai del tutto;le resta sempre accanto un’ombra Intervista di Antonio Gnoli a Eugenio Borgna da Repubblica del 26 Maggio 2014 La prima cosa che viene in mente osservando Eugenio Borgna, mentre è ad attendermi alla stazione di Novara, è il suo spiccato senso di gentilezza. Nelle movenze dinoccolate di quest’uomo alto e asciutto, che flette lieve verso l’altro come un giunco, si coglie la disponibilità rara dell’ascolto. Ci fermiamo, vista l’ora di pranzo, a un ristorante gradevole e semivuoto: “Qui veniva Scalfaro”, ricorda Borgna. E ho l’impressione di un altro tempo. Che è la medesima sensazione che provo nella casa di questo grande psichiatra: vasta, spoglia, ma anche sovraccarica di libri. Come congelata in un altro tempo. Forse più prezioso. Più intimo. Certamente meno duro e perfino più fragile. Proprio al tema della fragilità Borgna ha dedicato un libretto (La fragilità che è in noi, edito da Einaudi) ricco di considerazioni tenui. Intonate al pastello più che all’acido; alle sfumature più che ai tratti decisi. Ho l’impressione che il pensiero di quest’uomo si svuoti dell’aggressività necessaria in una società votata all’urlo e alla chiacchiera. Cosa rappresentano le parole per un medico come lei? “Le parole hanno un immenso potere. Ci sono parole troppo dure e violente. Troppo inumane. Che i medici, non tutti per fortuna, rivolgono al malato. E ci sono parole in grado di aiutare l’altro. Le mie parole sono state anche domande a me stesso e agli altri. Sono i dubbi e le incertezze che ho seminato lungo la mia lunga vita”. Che ha avuto inizio dove? “A Borgomanero, a una trentina di chilometri da qui. Vi ho trascorso la mia infanzia e poi l’adolescenza. Interrotta bruscamente quando i tedeschi nel 1943 occuparono la nostra casa. Mio padre, avvocato, faceva parte della Resistenza. E noi, sei figli, con mia madre che teneva in braccio l’ultimo nato, ci avviammo a piedi verso la collina dove protetti da un parroco ci nascondemmo”. Quanto durò? “Sei mesi. Tornammo per constatare che la casa era stata distrutta. A poco a poco la vita riprese. La scuola, poi il liceo, infine l’Università a Torino e la specializzazione a Milano nella prima clinica per le malattie nervose “. Perché quel tipo di scelta? “Sulle orme paterne avrei potuto fare l’avvocato. O magari il letterato avendo divorato i libri della biblioteca di mio padre. Ma compresi, grazie anche alla letteratura e alla poesia, che occuparsi delle persone che stavano male poteva dare un senso più autentico alla mia esistenza”. Essere autentici è un dovere? “Diciamo che avvertivo il desiderio di una verità più grande di quella che di solito osserviamo”. Mi faccia capire. “Dopo un po’ che frequentavo la Prima clinica mi accorsi che esistevano due tipi di pazienti, ben distinti: neurologici e psichiatrici. Questi ultimi erano ignorati”. Perché? “Si pensava che solo le malattie del cervello meritassero attenzione. Mentre a me interessava relativamente quel tipo di indagine. E fu attraverso quei pochi pazienti psichiatrici, tenuti ai margini, che scoprii un mondo di dolore e di sofferenza che mi parve più autentico di quello biologico e organicistico”. Non le bastava la verità clinica? “No, desideravo toccare una verità più esistenziale. Non volevo l’oggettività del neurologo. Ero portato ad ascoltare la sofferenza e l’angoscia come aspetti di una soggettività più complessa. Avevo 32 anni e una libera docenza che mi dischiudeva le porte per una grande carriera milanese”. E invece? “Decisi – tra lo sconcerto dei colleghi, dei superiori e degli amici – di accettare il posto di direttore del reparto femminile dell’ospedale psichiatrico di Novara. Quando entrai vidi all’esterno degli enormi giardini. Mi accompagnava un silenzio assoluto. E malgrado fosse inverno le finestre dell’ospedale erano spalancate. Con i pazienti che guardavano fuori”. Una scena irreale? “Sembravano le marionette di un teatro dell’assurdo. Ma era niente rispetto alla situazione che trovai all’interno. Quello che vidi fu raccapricciante: i pazienti legati o rinchiusi in spazi asfissianti. Le urla e i lamenti. Era agghiacciante. Sembrava di essere in un carcere crudele e senza senso. So bene che oggi la situazione è cambiata, ma allora, nei primi anni Sessanta, fu sconvolgente constatare che c’erano esseri umani cui era stata tolta la dignità del vivere”. Come reagì? “Provai una profonda vergogna. E al tempo stesso capii che avevo fatto la scelta giusta. Provai a cambiare la situazione. Aprii le porte e vietai l’uso dei letti di contenzione. Nessun paziente poteva più essere legato. Chiamai da Milano alcuni assistenti con i quali avevo lavorato e che avevano, come me, combattuto contro certi metodi”. Metodi comunque fondati su una lunga tradizione clinica. “Certo. In quelle decisioni non c’era malvagità, ma tanto pregiudizio. Meglio: l’incapacità di capire veramente cosa si nasconde nella follia”. Non è facile trovare un varco per la comprensione. “Non lo è finché ci si rifiuta di pensare alla schizofrenia come a una forma di esistenza. Certo diversa dalla nostra normalità, ammesso che esista, ma pur sempre esistenza vitale”. Lei dice: la schizofrenia è un mondo vitale. Cosa ha trovato in quel mondo? “La schizofrenia è una delle forme di sofferenza più enigmatiche e strazianti che si conoscano. Si radica, per lo più, nella crisi esistenziale segnata dal passaggio dall’adolescenza alla giovinezza”. Si insinua nel mutamento degli orizzonti di vita? “Esattamente. E può essere vista come un’anarchica e totale perdita di senso, oppure essere riconosciuta, compresa e utilizzata solo se si riesce a guardarla con un forte atteggiamento interiore”. Intende dire che ci si deve porre alla stessa altezza della malattia? “Intendo dire che le radici della malattia sono esistenziali e non cliniche. E questa convinzione fa venir meno il rapporto asimmetrico tra medico e paziente”. Ma è pur sempre il medico che decide per l’eguaglianza. “È vero. Ma con quella decisione è il medico a mettersi in discussione. Negli anni della mia professione ho capito che o si tenta di rivivere le cause del dolore e dell’angoscia degli altri, con tutte le risonanze e i rischi personali, oppure si è destinati al fallimento”. C’è un

L’anima può guarire? Leggi tutto »

Saper aiutare

Guarda il video Il circo della farfalla Una stupenda trasformazione, come la farfalla… Una dimostrazione esemplare della più elevata capacità di aiutare le persone. Un bel esempio di come essere counselor, educatore, insegnante… Se sei interessato a frequentare un corso per diventare un professionista della relazione d’aiuto leggi la presentazione del corso triennale di Core Counseling  

Saper aiutare Leggi tutto »

Parla con me

Il counseling detto con una canzone: clicca qui per asoltarla Ma dove guardano ormai quegli occhi spenti che hai?Cos’è quel buio che li attraversa?Hai tutta l’aria di chida un po’ di tempo oramaiha dato la sua anima per dispersa. Non si uccide un doloreanestetizzando il cuorec’è una cosa che invece puoi farese vuoi se vuoi se vuoi.. Parla con me, parlami di teio ti ascolteròvorrei capire di piùquel malessere dentro che hai tu.Parla con me, tu provaci almeno un po’non ti giudicheròperchè una colpa se c’ènon si può dare solo a te.Parla con me Poi quando hai visto com’èanche il futuro per telo vedi come un mare in burrasca,che fa paura lo soio non ci credo peròche almeno un sogno tu non l’abbia in tasca. Ma perchè quel canto asciutto?Non tenerti dentro tutto.C’è una cosa che invece puoi farese vuoi se vuoi se vuoi.. Parla con me, …io ti ascolteròvorrei capire di piùquel malessere dentro che hai tu. …con me, tu dimmi che cosa c’èio ti risponderò,se vuoi guarire peròprova un po’ a innamorarti di te. Non negarti la bellezza di scoprirequanti amori coltivati puoi far fioriresempre se tu vuoi.. Eros Ramazzotti Blog

Parla con me Leggi tutto »

Ascoltare col corpo

Quando sentiamo profondamente il nostro corpo i nostri processi percettivi si approfondiscono molto. Immaginate la differenza tra ascoltare ad occhi chiusi una sinfonia e passare davanti ad un’orchestra che suona mentre state andando da qualche parte. Nel primo caso la musica entra a far parte del vostro corpo molto più profondamente. Spesso, ai miei studenti di psicoterapia, dico che quando una cosa è nel loro corpo è loro per sempre.Ascoltare col corpo può essere un modo per differenziarsi dagli altri nel senso che chi ascolta col corpo riconosce la propria esperienza interiore; può essere un modo di essere più empatici, di ascoltare più profondamente e con maggiore partecipazione.Per fare questo è però necessario rafforzare i concetti su chi siamo e come siamo separati da chi stiamo ascoltando. Tutte le pratiche dell’ascoltare col corpo, del parlare col corpo o del relazionarsi col corpo portano nella stessa direzione: essere pienamente e consapevolmente con se stessi e contemporaneamente con gli altri.Per praticare l’ascolto col corpo trascorrete un pò i tempo muovendovi e respirando, sentendo il vostro corpo. Quando vi sentite radicati nell’esperienza fisica chiedete a qualcuno di parlarvi di qualcosa che è per lui/lei molto importante. Più la storia è commovente più sarà utile per questo esercizio; chiedete il permesso di continuare a muovervi e a respirare mentre ascoltate e mentre lo fate continuate a ritornare alle sensazioni del vostro corpo. Permettere ai vostri processi interni di fluire in voi. Notate come ciò che l’altra persona vi comunica influisce dentro di voi.Sin dalla scuola ci è stato insegnato che l’attenzione fissa è l’unico tipo di attenzione così si doveva stare seduti fermi con gli occhi fissi sull’insegnante. Spesso questo non è invece un buon modo per assorbire informazioni. E questo è specialmente vero per la maggioranza dei bambini sotto i sette anni per i quali è neurologicamente impossibile pensare senza muoversi e vocalizzare.Ho avuto uno studente che di tanto in tanto sembrava rapito da ciò che stavo dicendo; mi fissava con una fascinazione estrema. Era piuttosto sconcertante. Alla fine gli chiesi cosa succedeva in quei momenti, ripensandoci si rese conto che in quei momenti egli era totalmente assente e non udiva assolutamente nulla. Aveva imparato durante gli anni di scuola ad evitare punizioni per disattenzione facendo finta di essere estremamente attento mentre sognava ad occhi aperti. Penso questo sia vero per molti di noi. Molto di quello che mascheriamo come attento ascolto non è altro che una facciata.Ho trovato molti benefici stando centrato sui miei processi interni mentre ascolto. Ho molta più energia e curiosità in ciò che mi viene detto, trovo più significato in ciò che ascolto, noto più velocemente quando c’è una dicotomia tra le parole e le azioni della persona che mi sta parlando. S. Aposhyan dal libro “Natural intelligence” fb blog

Ascoltare col corpo Leggi tutto »