Agosto 2015

Perchè scegliere il Core Counseling?

Frequentare un corso di formazione in Counseling è una scelta importante che richiede un investimento personale significativo. Abbiamo pensato di scrivere alcune motivazioni che possono aiutarti nel valutare se il percorso proposto dall’Associazione MoviMente è adatto a te. Ecco alcune buone motivazioni per scegliere un corso di Core Counseling: voglio imparare concretamente delle competenze professionali mi interessa realmente il benessere delle persone voglio migliorare me stesso/a e le mie competenze so prendermi la responsabilità delle mie reazioni vedo gli esseri umani nei loro diversi aspetti: corpo, mente, cuore, spirito mi piace partecipare a un’associazione con scopi sociali e culturali di cui condivido i valori sono affascinata/o dal mondo interiore delle persone mi interessa apprendere una metodologia esperienziale e “di cuore” preferisco che i docenti del corso siano dei formatori professionisti competenti in counseling riconosco che un percorso con degli obiettivi formativi graduali e dove c’è un processo di gruppo mira all’eccellenza Alcuni  motivi invece per scegliere un corso diverso da quello di Core Counseling: mi interessa sopratutto sapere le teorie del counseling voglio un diploma senza mettermi troppo in gioco vorrei fare una psicoterapia di gruppo la responsabilità delle mie reazioni dipende dagli altri vedo gli esseri umani da un punto di vista solo razionale scelgo il corso di Core Counseling perché è più economico di altri mi piace interpretare i comportamenti delle persone mi interessa apprendere una metodologia cognitiva preferisco che i docenti della scuola siano degli psicoterapeuti in aula trovo allievi del primo, secondo e terzo anno tutti insieme che fanno lo stesso percorso Tu in quali ti riconosci? Se il tuo cuore è in risonanza con il percorso di crescita professionale del Core Counseling ti aspettiamo per un incontro conoscitivo. Se ancora hai dei dubbi, ti riportiamo di seguito il suggerimento di Susanna Tamaro: “Quando a te si apriranno tante strade e non saprai quale scegliere non imboccarne una a caso, ma siediti e aspetta. Respira con la profondità fiduciosa con cui hai respirato il giorno in cui sei venuto al mondo, non farti distrarre da nulla, aspetta e aspetta ancora, resta in silenzio ed ascolta il tuo cuore. E quando ti parla, alzati e vai dove lui ti porta.” Buona scelta della tua scuola di Counseling. Sarà un viaggio che arricchirà la tua vita. Diventa socio! Il corso è rivolto ai soci dell’Associazione MoviMente di Bergamo core fb blog

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Chi sono io?

“Io NON sono il mio aspetto” E’ un’intuizione straordinaria di una ragazza che sta facendo un percorso di Core Counseling. Potremmo anche dire: “io NON sono quello che pensano gli altri” “io NON sono i miei pensieri” “io NON sono le mie emozioni” …  questo ma molto MOLTO DI PIU’!!! Assaggioli scrive in merito al tema dell’identificazione: “L’errore comune che facciamo tutti è di identificarci con qualche contenuto della nostra coscienza, piuttosto che con la coscienza stessa. Alcune persone si identificano con i loro sentimenti, altri con i loro pensieri, altri ancora con i loro ruoli sociali. Ma questa identificazione con una parte della personalità distrugge la libertà che deriva dall’esperienza dell’Io puro.”* Questo è un aspetto molto importante che riguarda la nostra libertà: “Siamo dominati da tutto quello con cui si identifica il nostro Io. Possiamo dominare e controllare tutto quello da cui ci disidentifichiamo.”* “Spesso una crisi nella vita di una persona la depriva della funzione o del ruolo con il quale si era identificata: il corpo di un atleta è mutilato, un’amata se ne va con un poeta vagabondo, un lavoratore assiduo si deve ritirare. Allora il processo di disidentificazione avviene forzatamente e ci può essere una soluzione solo dopo un processo di morte e rinascita nel quale la persona entra in una identità più ampia, ma questo processo può avvenire coscientemente.”* Come posso disidentificarmi? Assoggioli ci suggerisce una pratica utile che ci aiuta a disidentificarci: “Con l’esercizio della disidentificazione e identificazione si tratta di praticare la consapevolezza ed affermare: Ho un corpo, ma non sono il mio corpo. Ho emozioni, ma non sono le mie emozioni. Ho un lavoro, ma non sono il mio lavoro, ecc. L’introspezione sistematica può aiutare ad eliminare le parziali autoidentificazioni.”* “Lo stadio naturale che viene dopo la disidentificazone è una nuova identificazione con l’Io centrale.”*Da sperimentare! Buona ricerca del vero Sé! Il tuo “Core” * Citazioni di Roberto Assagioli sono fb blog

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Raccoglitore di perle

Come il terapeuta descritto da Annick de Souzanelle, anche il Core Counselor, pur non essendo un terapeuta, è un “Raccoglitore di Perle”. Annick de Souzenelle Il terapeuta raccoglitore di perle Interpretazione di Luciana Scalabrini Quando abbiamo scelto il tema di questo incontro, ci siamo resi conto fino a che punto chi ci governa non conosca l’importanza del terapeuta oggi.  E’ necessario quindi formare l’identità del terapeuta, per la sua importanza e la sua funzione politica, oggi più che mai. Credo che sia molto importante soffermarsi su questo tema: qual è la conoscenza necessaria al terapeuta e come si forma; dopo gli studi a scuola o all’università, per la sua informazione e l’acquisizione di tecniche, occorre trasformare l’informazione in conoscenza, la vera conoscenza, con un profondo lavoro interiore. Ed è dal giusto rapporto con le sorgenti della conoscenza che si raggiunge la vera conoscenza, quella interiore. La conoscenza che viene dall’esterno è senza coscienza e sappiamo come la scienza senza conoscenza può essere tragica e causa di drammi per l’uomo. Oggi è stata fatta tabula rasa dei problemi della coscienza, oggi è un’emergenza assoluta e se non ci sono terapeuti che si pongono il problema della coscienza e della conoscenza non so quali possano essere le conseguenze, poiché le malattie psichiche sono le malattie dell’anima, sono proprio le malattie della coscienza e della non-coscienza. Esse devono essere affrontate con quella dimensione d’essere, che  coloro che sono chiamati a divenire terapeuti devono raggiungere. Un’altra dimensione della coscienza richiede che il terapeuta divenga terapeuta di se stesso. Un approccio a questa definizione parte da questa considerazione. Se mi riferisco ai nostri testi biblici, Dio è la guida dopo che Adamo è nato nel giardino dell’Eden; Dio lo guida in quel giardino,che è il giardino della gioia ed è presente in tutti noi. Nello spazio di gioia, nello spazio d’incontro con lo stesso divino, che permette all’uomo di giungere ad un livello di coscienza più alto, si crea lo spazio per l’incontro con l’altro; l’incontro dell’uomo con il suo io interiore in un potenziale di energia che viene da un’informazione incredibile. E’ un incontro nuziale: il desiderio di Dio per l’uomo, spazio d’incontro di desiderio dell’uomo per il suo Dio, desiderio di felicità, di sicurezza, desiderio di senso, desiderio di rassicurazione. Si è perduto  il senso di questo incontro d’amore. E’ questo il giardino dell’Eden, il giardino di gioia, l’incontro con il proprio io che prepara l’incontro con gli altri. Dopo l’incontro con Dio e con noi stessi, c’è l’incontro con un altro se stesso, vicino a noi simboleggiato dalla costola, parte che dobbiamo scoprire e realizzare. L’esperienza di gioia straordinaria noi la proviamo a livello dei sensi, sessuale, a livello del gusto e così via, ma se la gioia non giunge a livello ontologico, d’incontro di noi con Dio, è evidente che tutto ciò è qualcosa di povero e di sterile. L’uomo ha bisogno di essere guidato nel giardino dell’Eden, per sapere qual è il cammino. Infatti Adamo, che è l’intera umanità, vive la drammatica esperienza dell’esilio, cioè dell’oblio, perdita della coscienza del me, perdita tragica. Noi viviamo su due piani, il piano dell’esilio, strutturato attorno allo spazio-tempo, passato presente futuro, esteriore, che è sicuramente importante, e un altro piano. C’è un altro spazio-tempo, che la fisica dei quanti oggi conosce bene. Il vero terapeuta sarà quello che deve cogliere le perle in quest’altro spazio-tempo, lo spazio del giardino dell’Eden, questo spazio ontologico che abbiamo dimenticato, da cui siamo stati cacciati. Non è Dio che ci ha cacciati, siamo noi stessi. Lo sposo satanico, divenuto diabolico, ci porta a vivere questa situazione d’esilio, che ci rimanda a un Dio punitore, questo Dio che dobbiamo ritrovare, un Dio d’amore. Ci chiama a questo spazio d’incontro; sono là le perle. Se siamo attenti e all’ascolto, riceviamo l’informazione, la riceviamo da elementi esterni per portarci alle profondità interne. Dio parla a Giobbe con visioni notturne. Dalle visioni notturne e dalle esperienze quotidiane possiamo giungere a questa profondità. Siamo ancora schiavi delle nostre categorie di spazio-tempo, che è quello dell’esilio, ma abbiamo una profonda istanza di libertà. Da questa istanza nasce una spinta verso la ricerca interiore. E’ una scoperta sconvolgente. Dio crea l’uomo a sua immagine, maschio e femmina. La traduzione greca non distingue tra “fare” e “creare”, assimilandoli ad uno stesso verbo. Invece c’è una gran differenza tra fare e creare. Il verbo fare significa stare faccia a faccia, vedere l’alterità, l’altro, che è Adamo appunto. Ma l’altro è senza alcuna dinamica, e il verbo fare porta a questa dinamica, fino alla rassomiglianza e questo è il proposito della nostra vita, della nostra vita dove tutto è stato dimenticato. Ecco perché il verbo fare è importante, perché ci fa rendere conto del lavoro di noi umani. Ma Adamo è già là, nel mistero divino, nel cuore divino e Dio gli domanda se è d’accordo di essere creato. Per comprendere questo dobbiamo uscire dal nostro spazio-tempo. Non possiamo accedere a questa realtà nella nostra prigione di spazio-tempo. Ma a partire da qui, dalla nostra dimensione, possiamo accedere all’altra. Tra voi ci sono artisti, ci sono creatori, il progetto può essere realizzato. Credo che un pittore mi possa comprendere, l’opera d’arte si fa attraverso l’artista, perché l’opera c’è già. Se un libro non vuole essere scritto non si scriverà, anche se  l’autore lo vuole. L’opera è già  là, l’artista è un mezzo per realizzarla. La forma è contenuta nel blocco e domanda d’emergere. Michelangelo diceva che l’opera è contenuta nel  marmo, occorre liberarla, Wagner diceva che non aveva scritto nessuna nota che non fosse stato obbligato a scrivere. Adamo domanda di essere creato e di giungere alla rassomiglianza con Elohim, giungere alle nozze, cioè sposare Dio. Noi abbiamo dimenticato tutto questo dal momento in cui siamo stati condizionati. Dal momento che la nostra parte ha dimenticato il suo sposo, scrive una sorta di storia sulla storia, sulla preistoria, cioè la nostra storia di sposo divino, il cui compimento consiste nell’uscire dal condizionamento. C’è una storia esterna

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Fisica Quantistica e Core Counseling

Il Core Counseling si basa sui principi della fisica quantistica, in particolare il principio del minimo stimolo Guarda il video del grande fisico Emilio Del Giudice, che con simpatia e semplicità spiega importanti concetti della fisica quantistica: Fisica Quantistica – Il concetto di Risonanza – Emilio Del Giudice “A partire dalla seconda metà dell’ ‘800 e fino ad oggi un gran numero di approcci terapeutici è nato e si è sviluppato al di fuori della medicina e psicoterapia convenzionali, istituzionali. Le terapie istituzionali si fondano sulla scoperta dei “sintomi”, cioè delle deviazioni sia fisiche che psichiche dell’organismo da uno “stato di sanità” definito sulla base della statistica degli organismi “presunti” non malati , e sulla loro conseguente repressione mediante l’uso di appropriate sostanze chimiche (farmaci) oppure di appropriati interventi psicologici. Gli approcci terapeutici alternativi, benché molto diversi tra di loro , convergono prevalentemente sul riconoscimento che l’organismo vivente abbia ricevuto dalla natura una capacità di autoriparazione, la cui entità dipende strettamente dalla possibilità dell’organismo di seguire il ritmo di una propria pulsazione naturale (in questo quadro l’approccio del Core Counseling converge pienamente con quello di queste altre terapie). L’organismo soffre e quindi “si ammala”, quando la capacità di autoriparazione è ostacolata da una qualche perturbazione che colpisce la pulsazione naturale e la sua capacità di adattarsi ai mutamenti richiesti dall’ambiente; la malattia è quindi sempre una difficoltà di dialogo tra l’organismo e il suo ambiente, cioè l’insieme di altri organismi e oggetti con cui esso è in relazione. Per superare questa difficoltà l’organismo viene messo in contatto con altre pulsazioni naturali presenti nell’ambiente. Queste sono scelte tra quelle che fanno normalmente parte del processo complesso che è alla base della formazione della pulsazione naturale di quell’organismo e che d’altra parte non appartengano al novero delle influenze disturbanti alla base del conflitto all’origine della patologia. In tal modo la pulsazione naturale riesce a ricostituirsi sulla base del rafforzamento delle sue parti sane . Le varie proposte terapeutiche differiscono tra loro per la scelta del particolare ritmo naturale da far intervenire in aiuto. Si può adoperare ad esempio il ritmo musicale che l’organismo riconosce come ”bello” (musicoterapia). Il giudizio di bellezza è connesso con la sensazione di piacere interiore che l’organismo riceve dall’ascolto di quella musica. Questa sensazione di piacere è, in accordo con Reich, il segno che l’organismo è di nuovo mosso dalla sua pulsazione naturale e quindi la sua capacità di autoriparazione è di nuovo all’opera. E’ ben noto che la musicoterapia così come le altre forme di arte terapia producono effetti positivi in tutti i trattamenti terapeutici. Il loro effetto terapeutico è tanto più grande quanto maggiore è la partecipazione emotiva dell’organismo coinvolto. Questo coinvolgimento è rafforzato dalla partecipazione attiva del soggetto allo stimolo musicale, come avviene quando la musica non è mera fruizione, ma diventa canto e danza. E’ ovvio che l’effetto è tanto più grande quanto maggiore è la durata dell’esperienza. Nel caso però di malattie molto gravi, come le malattie degenerative, quella che si perde è proprio la capacità di provare piacere e l’organismo, che ha certamente avuto una qualche ragione per ammalarsi, difende la sua “scelta” di malattia opponendosi alla rinascita della capacità di autoregolazione. Reich aveva appunto sottolineato che l’elemento decisivo di ogni terapia è il trattamento delle resistenze. Ed è appunto qui che il principio del minimo stimolo gioca un ruolo essenziale. Siccome si può presumere che la causa patogena sia meno organizzata dell’intero organismo essa può rispondere solo a stimoli aventi una intensità non infinitesima. Esiste perciò un intervallo d’intensità dello stimolo, al di sotto di una soglia critica, percepibile unicamente dalla parte sana dell’organismo, per così dire dalla sua “forza vitale”, ed invece non percepibile dalla causa patogena. Questo stimolo minimo deve naturalmente avere una pulsazione intrinseca capace di risuonare con la pulsazione dell’organismo in condizioni di sanità. La sua azione determina la crescita per risonanza della capacità di autoriparazione dell’organismo, facendo avvenire tutto ciò all’insaputa della causa patogena che vede ad un certo punto franare il terreno sotto i piedi…” “Una delle risonanze importanti nel processo terapeutico è quella tra l’organismo del terapeuta e l’organismo del paziente; risonanza non soltanto mentale ma anche corporea. Attraverso la comune connessione con il corpo del terapeuta, ipoteticamente capace di autoregolazione , le parti energeticamente dissonanti del corpo del paziente possono essere aiutate a riacquistare una coerenza.” Tratto da “Il principio del minimo stimolo nella dinamica dell’organismo vivente (Margherita Tosi ed Emilio Del Giudice) core counseling core counseling core counseling core counseling core counseling core counseling

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Creatività e Mindfulness

C’è un’intelligenza non concettuale che sperimentiamo con la presenza mentale, la Mindfulness, e che ci permette di fare GOAL! Eckhart Tolle ce ne parla in questo video e spiega come contattare un potere universale a disposizione di chiunque. Spesso ho osservato che nei colloqui di Counseling questo momento di sospensione di cui parla Eckhart Tolle è un momento trasformativo, quasi magico. E’ un momento di vuoto, di respiro, di accoglienza. A volte emerge un pianto che scioglie tensioni, oppure una comprensione profonda di ciò che è, o una visione nuova della situazione che si sta vivendo. Le sensazioni positive che seguono sostengono il cambiamento che sta avvenendo dentro la persona. La Mindfulness ci allena a saper stare in questa “immobilità vitale”, come la chiama Eckhart, che è profondamente creativa e generativa. Elena Mazzoleni Guarda il video! fb blog

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L’affettività

Tanti utili consigli di Giuliana Mieli Con la sua ironia Giuliana Mieli ci offre un contributo concreto e competente, basato su recenti ricerche biologiche integrate con la saggezza orientale. Vogliamo sostenere Giuliana Mieli nel suo impegno a portare attenzione e cura alla donna e al bambino. Un lavoro importante per un futuro migliore della nostra umanità. Dedicato a tutti i genitori, a tutti gli operatori sanitari della ginecologia e anche a tutti i counselor che aiutano le mamme. Buona visione! Colloquio fra Umberto Galimberti e Giuliana Mieli con il suo libro “Il bambino non è un elettrodomestico” Ancora qualche consiglio per mamme e papà affettività affettività fb blog

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