Fisica Quantistica e Core Counseling

Il Core Counseling si basa sui principi della fisica quantistica, in particolare il principio del minimo stimolo

Guarda il video del grande fisico Emilio Del Giudice, che con simpatia e semplicità spiega importanti concetti della fisica quantistica:

Fisica Quantistica – Il concetto di Risonanza – Emilio Del Giudice

“A partire dalla seconda metà dell’ ‘800 e fino ad oggi un gran numero di approcci terapeutici è nato e si è sviluppato al di fuori della medicina e psicoterapia convenzionali, istituzionali. Le terapie istituzionali si fondano sulla scoperta dei “sintomi”, cioè delle deviazioni sia fisiche che psichiche dell’organismo da uno “stato di sanità” definito sulla base della statistica degli organismi “presunti” non malati , e sulla loro conseguente repressione mediante l’uso di appropriate sostanze chimiche (farmaci) oppure di appropriati interventi psicologici.

Gli approcci terapeutici alternativi, benché molto diversi tra di loro , convergono prevalentemente sul riconoscimento che l’organismo vivente abbia ricevuto dalla natura una capacità di autoriparazione, la cui entità dipende strettamente dalla possibilità dell’organismo di seguire il ritmo di una propria pulsazione naturale (in questo quadro l’approccio del Core Counseling converge pienamente con quello di queste altre terapie).

L’organismo soffre e quindi “si ammala”, quando la capacità di autoriparazione è ostacolata da una qualche perturbazione che colpisce la pulsazione naturale e la sua capacità di adattarsi ai mutamenti richiesti dall’ambiente; la malattia è quindi sempre una difficoltà di dialogo tra l’organismo e il suo ambiente, cioè l’insieme di altri organismi e oggetti con cui esso è in relazione. Per superare questa difficoltà l’organismo viene messo in contatto con altre pulsazioni naturali presenti nell’ambiente. Queste sono scelte tra quelle che fanno normalmente parte del processo complesso che è alla base della formazione della pulsazione naturale di quell’organismo e che d’altra parte non appartengano al novero delle influenze disturbanti alla base del conflitto all’origine della patologia. In tal modo la pulsazione naturale riesce a ricostituirsi sulla base del rafforzamento delle sue parti sane . Le varie proposte terapeutiche differiscono tra loro per la scelta del particolare ritmo naturale da far intervenire in aiuto. Si può adoperare ad esempio il ritmo musicale che l’organismo riconosce come ”bello” (musicoterapia). Il giudizio di bellezza è connesso con la sensazione di piacere interiore che l’organismo riceve dall’ascolto di quella musica. Questa sensazione di piacere è, in accordo con Reich, il segno che l’organismo è di nuovo mosso dalla sua pulsazione naturale e quindi la sua capacità di autoriparazione è di nuovo all’opera. E’ ben noto che la musicoterapia così come le altre forme di arte terapia producono effetti positivi in tutti i trattamenti terapeutici. Il loro effetto terapeutico è tanto più grande quanto maggiore è la partecipazione emotiva dell’organismo coinvolto. Questo coinvolgimento è rafforzato dalla partecipazione attiva del soggetto allo stimolo musicale, come avviene quando la musica non è mera fruizione, ma diventa canto e danza. E’ ovvio che l’effetto è tanto più grande quanto maggiore è la durata dell’esperienza. Nel caso però di malattie molto gravi, come le malattie degenerative, quella che si perde è proprio la capacità di provare piacere e l’organismo, che ha certamente avuto una qualche ragione per ammalarsi, difende la sua “scelta” di malattia opponendosi alla rinascita della capacità di autoregolazione. Reich aveva appunto sottolineato che l’elemento decisivo di ogni terapia è il trattamento delle resistenze. Ed è appunto qui che il principio del minimo stimolo gioca un ruolo essenziale.

Siccome si può presumere che la causa patogena sia meno organizzata dell’intero organismo essa può rispondere solo a stimoli aventi una intensità non infinitesima. Esiste perciò un intervallo d’intensità dello stimolo, al di sotto di una soglia critica, percepibile unicamente dalla parte sana dell’organismo, per così dire dalla sua “forza vitale”, ed invece non percepibile dalla causa patogena.

Questo stimolo minimo deve naturalmente avere una pulsazione intrinseca capace di risuonare con la pulsazione dell’organismo in condizioni di sanità. La sua azione determina la crescita per risonanza della capacità di autoriparazione dell’organismo, facendo avvenire tutto ciò all’insaputa della causa patogena che vede ad un certo punto franare il terreno sotto i piedi…”

“Una delle risonanze importanti nel processo terapeutico è quella tra l’organismo del terapeuta e l’organismo del paziente; risonanza non soltanto mentale ma anche corporea. Attraverso la comune connessione con il corpo del terapeuta, ipoteticamente capace di autoregolazione , le parti energeticamente dissonanti del corpo del paziente possono essere aiutate a riacquistare una coerenza.”

Tratto da “Il principio del minimo stimolo nella dinamica dell’organismo vivente (Margherita Tosi ed Emilio Del Giudice)